Giustizia riparativa, “dal buio alla speranza”: una storia di riscatto a Casa Vale la Pena

Ricominciare una nuova vita dopo aver scontato la propria pena significa anche avere il diritto di dimenticare il proprio passato, voltare pagina, acquisire una rinnovata identità.

Questo è quel che un nostro ex ospite è riuscito a fare fruendo delle misure alternative al carcere presso la nostra struttura, dove ha intrapreso un percorso formativo, lavorativo e di volontariato volto alla rieducazione della sua persona.

Era il 2016 quando è uscito dal carcere per essere accolto nella comunità residenziale di Casa Vale la Pena, dove ha vissuto per un anno “ricreando i propri spazi sotto un tetto senza sbarre”, come lui stesso ci ha raccontato. Molti ex detenuti spesso, uscendo dal carcere, non hanno più una casa o una famiglia pronta ad accoglierli, mentre lui non solo ha trovato una dimora dove sentirsi a casa, ma ha anche incontrato una famiglia pronta ad aiutarlo sotto diversi e fondamentali aspetti: dal ritrovamento del sé, grazie al supporto di psicologi, al reinserimento nella società, fino alla ricerca di un lavoro, riacquistando pian piano quella libertà tanto auspicata. A Casa Vale la Pena ha avuto modo di fare sia esperienze di volontariato che lavorative, svolgendo un tirocinio semestrale retribuito in un albergo nel quartiere di Ballarò; inoltre ha avuto modo di affinare la lingua italiana, imparando a scrivere quel curriculum che gli ha poi permesso di trovare un lavoro con contratto a tempo indeterminato.

“Casa Vale la Pena ha salvato la mia vita. In carcere io non sono stato bene. Non mangiavo, avevo tanti problemi, stavo uscendo fuori di testa. Ho pensato: la mia vita è finita qui, in carcere. Poi ho incontrato la Dottoressa Piera Buccellato, che mi ha aiutato anche accompagnandomi da uno psicologo. Con la Buccellato ho ritrovato la speranza, non c’è niente di più bello di questa cosa; a lei devo la mia vita”.

Le parole del nostro ex ospite ci insegnano che un’alternativa al carcere non solo è possibile, ma che – se fatta bene – un’esperienza di questo tipo può dare forma e sostanza al dettato costituzionale che all’articolo 27 sancisce: “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”, evento più raro che unico nelle carceri italiane, e non solo.

“Se penso a Casa Vale la Pena, penso alla libertà riacquisita, alla pulizia del mio passato”. Di contro, il solo ricordo del periodo passato in carcere lo fa stare male, preferisce non parlarne, perché dentro la cella la sua vita è stata costantemente annientata dalla solitudine, dall’assenza di speranze e prospettive per il futuro.

Dopo un anno vissuto nella nostra struttura, riacquisita la fiducia in sé stesso, nelle proprie forze e nelle proprie capacità, nel 2018 ha lasciato Palermo, dove non riusciva a trovare lavoro, per ricominciare una nuova vita a Roma. Nella capitale si è subito dato da fare mandando il proprio curriculum a diverse imprese, in attesa di una chiamata. Dopo 15 giorni ha trovato subito lavoro in un hotel, forte delle esperienze accumulate a Palermo grazie al nostro sostegno. Ha preso una casa in affitto insieme a un amico con contratto regolare intestato a suo nome.

Oggi lavora a Roma in una cooperativa che si occupa di servizi di pulizie e facchinaggio per le imprese, che dopo un anno di esperienza, proprio a ridosso del Natale, gli ha offerto un contratto a tempo indeterminato.

“Adesso sto passando la mia vita in un modo bellissimo, senza problemi, con tutti i documenti in regola”. Dinnanzi alle sue parole non possiamo che essere fieri, ma soprattutto immensamente felici per il modo in cui il percorso iniziato a Casa Vale la Pena, in così poco tempo, abbia dato la possibilità di cambiare in meglio una persona che, seppur abbia commesso un reato, come ogni essere umano ha esercitato il diritto a una seconda chance per la propria vita.

Basta volere e potere riparare ai danni causati per riconquistare la libertà per il futuro.

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