“Emozioni in tela”: la mostra virtuale tra arte e racconto di sé

Il progetto “Emozioni in tela” nasce dall’esigenza e dalla voglia di ascoltare Rosalia e Giovanni, sorella e fratello rispettivamente di 13 e 10 anni. La ragazza e il ragazzo nel corso di questo anno scolastico hanno beneficiato del SED, il Servizio Educativo Domiciliare sostenuto dal Comune di Palermo nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Inclusione”, un percorso che permette ad un’equipe di educatori ed educatrici del Centro Diaconale “La Noce” di raggiungere bambine, bambini, ragazze e ragazzi direttamente a casa, garantendo loro vicinanza, presenza emotiva e psicologica, accompagnandoli in attività quotidiane come lo svolgimento dei compiti.

Per tutelare le loro privacy i nomi scelti sono di fantasia. 

In un sistema educativo attuale basato sul rappresentare l’individuo come un numero, un voto, un soggetto vuoto da riempire, non sempre si dà la giusta importanza all’ascolto, alle capacità intrinseche dei giovani e al loro mondo interiore. Ma come può un sistema educativo che cerca di trovare soluzioni per un cambiamento, per una società migliore, pensare di fare a meno della partecipazione dei giovani stessi, non esaltando la loro creatività e la loro capacità di resilienza che in questi giorni difficili emerge sempre più forte?

Il progetto “Emozioni in tela” parte da questo presupposto: si tratta di un percorso in cui l’educatore è stato solo stimolo, un ascoltatore attento di quello che i ragazzi volevano esprimere. Le emozioni sono una parte fondamentale della nostra vita, i giovani più che gli adulti sono emozione viva, che va lasciata libera di esprimersi senza volerla racchiudere in pregiudizi e preconcetti schematici e produttivi.

Giovanni e Rosalia hanno scelto liberamente quali emozioni rappresentare, attorno ad ognuna di esse si è sviluppato un dialogo e un confronto aperto che ha lasciato spazio ad una sensibilità ed una profondità che merita di essere condivisa e presa in considerazione non solo da chi li ha accompagnati in questo percorso creativo, ma da chiunque voglia dedicare un po’ del proprio tempo  alla contemplazione di quelle che sono delle vere proprie opere d’arte, delle “emozioni su tela”.

Le tecniche di pittura e i colori sono stati scelti appositamente per rappresentare al meglio le proprie emozioni.

La volontà iniziale dell’educatore era di fare una mostra dal vivo delle tele realizzate dai ragazzi, ma l’emergenza attuale non lo permette, così abbiamo scelto di rendere comunque fruibile il materiale pittorico attraverso una mostra virtuale fatta degli scatti fotografici delle opere.

Questo è solo un frammento dell’articolato e variegato mondo interiore dei ragazzi, e vuole essere da stimolo per fermarsi e imparare ad ascoltare chi ci sta vicino, giovane o anziano che sia.

Buona visione.

RABBIA
La rabbia di Rosalia
“Un diavolo per capello”

Rosalia quando si arrabbia si trasforma. Diventa più simile a un animale selvaggio che ad un essere umano. Gli occhi di fuoco ardano tra le fiamme della rabbia, le guance si colorano di un rosso vivido, le labbra tremano. Si stringono i pugni con il desiderio di fare a pezzi qualcosa. Tra i capelli due corna affiorano e il rosso è il colore che ricopre tutto. La trasformazione è compiuta. Rosalia è diventata mostruosa come un diavolo e sfoga la sua emozione sulla tela a colpi di pennello e gli schizzi della sua rabbia fanno da sfondo al suo stato d’animo.

 

La rabbia di Giovanni
“La luce della rabbia”

Una luce rossa dall’alto illumina la scena, schizzi di rabbia fanno da sfondo. Da una parte sta un bambino, solo e indifeso, dall’altra un gruppo di ragazzi si schernisce di lui. Ma l’attenzione va al centro, in quella luce testimone dell’ingiustizia che si sta compiendo. Giovanni prova rabbia perché fa parte del gruppo, perché è il bambino o perché non riesce ad intervenire? Senza apporre giudizio, facciamo sipario.

TRISTEZZA
La Tristezza di Rosalia
“Il profumo di mia nonna”

Educatore: Rosalia cos’è la tristezza?

Rosalia: Mia Nonna.

Educatore: E cosa ricordi di tua nonna?

Rosalia: Il suo profumo.

[…] La tristezza è il percorso durante il quale raduniamo le forze per adattarci a una nuova versione di noi stessi, dopo che abbiamo subito una perdita. […] 

T. W. Smith

 

La tristezza di Giovanni
“Solo con la mia tristezza”

Giovanni quando è triste si chiude. Giovanni quando è triste piange. 

La tristezza porta a chiudersi in sé stessi, a non voler ascoltare nessuno.

Giovanni quando è triste è circondato dal buio e dalle sue lacrime. 

Giovanni quando è triste sta in silenzio.

Cos’altro resta da dire?

 

PAURA
La paura di Rosalia
“Mani”

Rosso, viola e nero sono i colori che si intrecciano in questo dipinto realizzato interamente con le mani, senza l’uso di pennelli. Le stesse mani che vengono raffigurate al centro della tela. La paura di Rosalia si riferisce ad un evento della sua vita privata. Realizzare questo dipinto le ha permesso di affrontare la sua paura con coraggio.

 

La paura di Giovanni
“Il buio”

La paura viene considerata la più primitiva delle emozioni umane. 

Quella di Giovanni è la paura del buio. Il suo cuore comincia a battere forte, gli occhi si spalancano, il respiro si blocca. La paura domina e il quadro è quasi tutto nero ma grazie al dipinto riesce ad esorcizzare la sua paura e in parte ad affrontarla come dimostra la zona illuminata a destra in cui tra l’altro compare Giovanni stesso. 

 

GIOIA
La gioia di Rosalia
“Mio Fratello”

Nello sfondo un’esplosione di blu, giallo e verde, colori scelti da Rosalia per dipingere la gioia: la gioia di avere un fratello minore. Il ciuccio è l’oggetto che rappresenta simbolicamente il fratello, nel numero di tre quanti sono i suoi anni.

 

La gioia di Giovanni
“Sotto una tenda”

Gli uccellini che cantano tra gli alberi, il vento che muove le foglie, il crepitio di un piccolo falò, voci di ragazzi che ridono e scherzano. La gioia di Giovanni è stare in natura insieme al suo gruppo Scout. 

“La gioia è come se si avesse appena ingoiato un luminoso frammento di quel sole del tardo pomeriggio che ora arde nel petto, irradiando di una pioggerella di scintille ogni particella, ogni dito delle mani e dei piedi.”

K. Mansfield

 

MERAVIGLIA
La meraviglia di Rosalia
“Collage di meraviglie parte 1”

Un bambino che nasce, una donna che balla, luoghi nuovi da scoprire, la magia, un nuovo amore, la meraviglia è un’emozione che esplode improvvisa come un fuoco d’artificio. Con la tecnica del collage Rosalia si lascia guidare liberamente da questa emozione intensa e inaspettata.

 

La meraviglia di Giovanni
“Collage di meraviglie parte 2”

La meraviglia è un’emozione viva che ti coglie di sorpresa e coinvolge tutti i sensi. Tra giornali, riviste e fumetti, Giovanni seleziona delle immagini che gli suscitano quell’emozione di meraviglia unendole in un quadro da guardare ad occhi aperti lasciandosi guidare dallo sguardo di un bambino.

DISGUSTO
Il disgusto di Rosalia
“Tu”

Il disgusto di Rosalia è qui rappresentato in modo più profondo da come normalmente viene inteso. Lei lo interpreta come disgusto sociale e morale, un forte senso di avversione e una sensazione sgradevole verso chi giudica e punta il dito. I colori che fanno da sfondo sono stati scelti appositamente pensando a questa emozione e i due tagli laterali trasformano quasi la tela in una scultura trasmettendo un senso di sfogo e liberazione, conseguenza dell’emozione di disgusto provata.

 

Il disgusto di Giovanni
“Allo specchio”

Una tela divisa in due, una linea di divisione al centro, un confine netto di colori, da una parte il verde, dall’altra il marrone, due visi posti uno di fronte all’altro come a scrutarsi e dirsi “tu qui non ci passi perché sei diverso”.  Anche Giovanni come la sorella Rosalia, dà un’accezione morale ed etica del disgusto che a parere di chi scrive dovrebbe essere lodata. 

 

DIVERTIMENTO
Il divertimento di Rosalia
“Strobosfera”

Con una tecnica mista tra pittura e collage, Rosalia riesce a rendere perfettamente la sua idea di divertimento: una strobosfera, comunemente chiamata “palla da discoteca”, illumina di mille colori la sala da ballo e Rosalia al centro della pista si agita in una danza sfrenata.

 

NOIA
La noia di Giovanni
“NoIa”

Sbadigli, stiracchiamenti, zapping. Non c’è niente in TV. Non c’è niente da fare. Che faccio? Mi annoio. Ritaglio lettere, la N, la O, la I, la A: Noia.

EUFORIA
L’euforia di Rosalia
“Caos euforico”

L’euforia è un’emozione inebriante e contagiosa, tutto ci sembra luminoso e brillante. Quando l’educatore chiede a Rosalia cosa la rende euforica, lei risponde senza pensarci molto “andare a trovare Papà”. Il padre non vive più con loro da diversi mesi e ogni volta incontrarlo è per lei una grande emozione che nel quadro rappresenta come caos allegro di colori.

IMBARAZZO
L’imbarazzo di Giovanni
“Gli occhi addosso”

Quella sensazione di sentirsi tutti gli occhi addosso imbarazza Giovanni, che ha un carattere timido e riservato, così tanto da sentirsi nudo davanti a tutti. L’imbarazzo è un’emozione sociale e secondaria, dunque richiede la presenza di un’altra persona per provarla. È un’emozione connessa alla percezione che ciascuno di noi ha di sé stesso e alle sue caratteristiche in relazione agli altri. I tanti occhi disegnati da Giovanni ben rappresentano quanto descritto.

 

Il progetto è stato realizzato dall’educatore Antonio D’Andrea dell’équipe SED

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